Sparisce (è già sparita o sta sparendo a seconda degli ambiti) l’unica imperfetta alternativa all’assolo mercantile: l’élite della Critica con la “c” maiuscola.
Imperfetta è (era) dire poco. Umana e per questo corruttibile, mercantile anch’essa (ma non solo, e questo è il punto), nepotista, elitista, inaccessibile, modaiola delle sue proprie mode, vendicativa, snob, aristocratica, tronfia, baronale e chi più ne ha più ne metta. Un circolo di eletti (di solito per fortune altrui) che eleggono quei pochi che potranno non vivere per vendere, e che quindi elargiscono (elargivano) ciò che ciascuno vorrebbe (voleva).
Un’élite che di buono aveva l’autorevolezza di una cultura non interamente millantabile, uno zoccolo duro del valore umanistico non del tutto relativo. Una “intellighenzia” comunque non completamente stupida, comunque non completamente venduta che fra i recessi di un intrico relazionale d’alto bordo cui sottomettere pratiche e scambi custodiva i residui di un umanesimo ideale o per meglio dire l’idea che qualcosa di umano ancora potesse trovarsi, innalzarsi, illuminare.
Insieme alle intermediazioni, svanita anch’essa e per lo stesso motivo: la tecnologia della comunicazione l’ha esautorata. Iperdemocratizzati, possiamo solo vendere1.
Internet è la casa dell’ultimo criterio rimasto in piedi: il numero. Il valore, anche dove ci sforzavamo di conservarlo più fumoso di così, in fin dei conti si conta2.
Alla luce di una produzione culturale sovrabbondante filtrare è più che mai necessario ed è più che mai un lavoro titanico, giocoforza automatico. Dal singulto al poema in terzine, tutto passa per la medesima intelligenza (finalmente senz’acca! Artificiale): qualunque messaggio gioca lo stesso gioco e compete con tutti gli altri (si dice che Netflix sia in competizione con il sonno, che Fortnite sia in competizione con Netflix… la verità è che ogni segno è in competizione con ogni altro segno essendo tutti parificati dall’ultimo criterio presso l’unica Rete). Non c’è più lo spazio ridicolmente sacro che ci eravamo dati per eleggere, male, i nostri cantori e per farne una Storia.
Arrancando senza una teoria possibile, compulsiamo feedback numerici alla stregua di fondi del caffè per divinare un algoritmo che, sbigottito, vorrebbe solo dirci che fa quello che vogliamo (ma per regolamento non può farlo3, come i colleghi di Fantozzi che non possono aiutarlo a timbrare il cartellino sennò è squalificato). E sogniamo, nell’ebbrezza da sfinimento, di latitudini altre dove non funzioni ancora (più?) così.
Sì, buona notte.
L’attenzione altrui non è mai stata così accessibile - a tutti, idealmente, h24. Certo, per lo stesso motivo non è mai stata così effimera.
Che pseudo-scienza da miserabili è rimasta agli umanisti: karma?
Un silenzio di Dio 2.0