Sarebbe molto bello se il solo vivere fosse già abbastanza.
Mi piace fare streaming perché il semplice esistere è un atto creativo, purché filmato. Grazie all’incessantismo posso essere senza artefare.
Non sono solamente crollate le intermediazioni, sono crollate le rifiniture, le attenzioni al dettaglio, l’editing del pensiero in uscita, la separazione differita fra pensare e dire. Diciamo e basta, il processo è pubblico ed è prodotto finito anch’esso. Poco artigianale ma molto rapido, il tempo della vita è, tutto, tempo effettivo della significazione e dietro le quinte c’è un altro palco.
Perché dovrei pensarci su?
Opinabili come siamo, il nostro valore è la testimonianza della vita che abbiamo scommesso. O dovremmo ritirarci a rifinire per avere ragione? La nostra potenza di calcolo è sorpassata, nonché irregimentata, da altre superiori e la nostra parola è al massimo una bolla inesplosa.
Lo streamer autentico si filma dormire. Anche immerso nel sonno profondo egli crea siccome vive: basta così. Che cosa c’è di male? Se il mondo badasse a se stesso potremmo dormire il sonno dei twitcher.
Ma guardo il mondo e casca l’asino (di Damocle).